SOCIAL ISTITUZIONALI e CENSURA

Abbiamo riscontrato più di una volta che commenti critici, non offensivi ma circostanziati, ai post del Comune di Bergamo vengono oscurati tramite l’opzione “NASCONDI”, che occulta il commento al grosso pubblico lasciandolo visibile soltanto agli amici Fb dello scrivente (che così difficilmente può accorgersi dell’avvenuta censura).Se ciò può essere TOLLERATO – anche se altamente antidemocratico – quando avviene (perché sì, avviene!) sulla pagina ufficiale, ma privata, del primo cittadino, NON È INVECE AMMISSIBILE succeda sulla pagina Fb istituzionale del Comune di Bergamo, che dovrebbe essere al servizio dei cittadini e la cui esistenza è pagata coi soldi dei cittadini.Oggi abbiamo quindi inviato all’assessore di competenza la seguente richiesta:<< Avere un sito istituzionale è oggi un obbligo per tutti i Comuni (e sarebbe bene che fosse secondo le linee guida stabilite da AgID – Agenzia per l’Italia Digitale), e gli enti locali hanno l’obbligo di garantire ai Cittadini i diritti previsti dal cosiddetto CAD, il Codice dell’Amministrazione Digitale istituito con il decreto legislativo 82/2015).Non è però ancora intervenuta una disciplina che regoli l’esistenza dei Comuni sui social network, nonostante questi ultimi rappresentino una presenza sempre più rilevante nel quotidiano di tantissime persone.In un contesto come quello dei social media – dove tutti hanno a disposizione gli stessi strumenti e quindi si trovano sullo stesso piano dal punto di vista comunicativo – gli enti locali non possono ritenersi “al di sopra delle regole”, dunque dovrebbero introdurre una Social Media Policy interna, che si costruisce seguendo alcune particolari attenzioni.(D’altra parte, è proprio in forza delle regole che si possono fermare sul nascere commenti off-topic, offensivi e razzisti, volgari, etc.)Affidare questa parte della comunicazione a delle figure professionali, come quelle previste dalla Legge 150/2000, diventa quindi un’esigenza ed è importante che si attribuisca il ruolo di Amministratore delle pagine istituzionali almeno a due dipendenti comunali.Il tema è particolarmente sentito tanto è vero che ormai sono sempre più frequenti i percorsi di formazione gratuiti rivolti ai comunicatori, portavoce e social media manager dei Comuni: https://www.pasocial.info/2019/11/11/la-comunicazione-social-dei-comuni-il-percorso-di-anci-facebook-pa-social/?fbclid=IwAR0eFEl_xkBoZXCEyWcpS8hIn3HVmESt_WCnUWH-XKH18F_H3nV1GnZUn2oTalvolta capita però che le pagine social (Facebook, Instagram) del Comune di Bergamo siano in realtà l’emanazione degli Amministratori pro-tempore, e che il Comune (che dovrebbe essere l’ente “di tutti”) “parli” con la voce di una parte sola.Pertanto chiediamo all’assessore dell’Innovazione e della Partecipazione Giacomo Angeloni:- se esista una Social Medial Policy interna del Comune di Bergamo, dove si può trovare od in caso contrario come e quando l’amministrazione intenda adeguarsi;- se esista la funzione di Social Manager del Comune di Bergamo, da chi venga ricoperta e se in qualità di consulente o dipendente comunale;- se esistano almeno due amministratori della pagina istituzionale;- se, più in generale, a quanto ammontino le risorse, finanziarie e di personale, destinate a tali attività nell’esercizio 2020;- se l’assessore è a conoscenza dell’arbitraria cancellazione delle integrazioni di alcuni utenti, come le spiega e come intenda intervenire affinché tali azioni non si ripetano;Alla luce dei fatti sopra esposti, si richiede accesso civico generalizzato ai sensi dell’art.5, comma 2 del D.Lgs. n.33/2013 di quanto richiesto. >>#BergamoBeneComune