Miss Italia e “cat walking”, è questa la cultura di Bergamo capitale?

È questa la cultura che vogliamo?
CI CHIEDIAMO:
in un momento in cui quotidianamente televisioni e giornali ci danno notizia di femminicidi ed episodi di violenza contro le donne, è opportuno continuare a proporre manifestazioni obsolete nonché di dubbio gusto nelle quali la bellezza del corpo femminile viene considerata come un fattore di merito e di giudizio, un valore da premiare, continuando a diffondere lo stereotipo diseducativo e deleterio, quanto non corrispondente alla realtà, della donna-soprammobile?
Di fatto si veicola il concetto:
donna-soprammobile quindi oggetto (seppur decorativo), di conseguenza trattabile come tale.

Come può una tale manifestazione essere inserita nel cartellone di “Capitale della Cultura”?
E infatti si è inventato il titolo di “Miss Bergamo e Brescia Capitale della Cultura”.

Leggiamo sul Corriere :
La manifestazione ha avuto accesso al cartellone della Capitale grazie al suo risvolto sociale: la direttrice del carcere parlerà delle donne emarginate e dei progetti di recupero dopo la scarcerazione. [.…] «Debutteremo con Miss Italia — dice il titolare del Balzer Patrizio Locatelli —: sarà l’occasione giusta per promuovere cultura e la bellezza di una storia lunga più di 70 anni»”

Non può certo bastare a giustificare l’inserimento nel palinsesto degli eventi di Capitale della cultura 2023 un presunto “risvolto sociale” ottenuto semplicemente mettendoci la pezza dell’intervento della direttrice del carcere.

Viviamo nella società delle televisioni commerciali che ci bombardano con immagini di giovani donne belle, più o meno svestite, a contorno di trasmissioni in cui ad essere “opinionisti” sono sempre gli uomini.
Viviamo in una società in cui, in pubblicità, il corpo femminile viene (ab)usato per vendere auto, materassi, profumi …

Possiamo quindi comprendere che alcune ragazze cresciute ed educate con simili esempi possano ancora pensare di partecipare ad una manifestazione ormai vecchia e diseducativa come Miss Italia.
Ma non che questo venga spacciato per Cultura.
Perché, semplicemente, NON LO È !!

Non comprendiamo come l’assessora alla cultura Nadia Ghisalberti – una donna! – abbia potuto permetterlo.
Né comprendiamo come altre componenti, anch’esse donne, della Giunta comunale possano, a tutt’oggi, tacere riguardo alla gravità della cosa.
Ci riferiamo, nello specifico, a:
Marzia Marchesi assessora alle pari opportunità
Marcella Messina, assessora alle politiche sociali
Loredana Poli, assessora all’istruzione e alle politiche per i giovani.

Continuiamo a chiederci:
Di quali VALORI CULTURALI questa città intende farsi portatrice ed esempio?