“L’ARIA BUONA DI BERGAMO” (cit.)
Grazie alla pioggia incessante dell’altra notte, “Bergamo respira” un po’ meglio.
Eh già, perché i dati dei giorni precedenti non sono affatto confortanti: l’aria di Bergamo è risultata persino PEGGIORE DI QUELLA DI MILANO, che pure siamo abituati a pensare come metropoli inquinatissima!

Confronto della qualità dell’aria dal sito aqicn.org, Real-time Air Quality Index
Per quanto riguarda il PM 10, il 15 gennaio la centralina di via Garibaldi ha rilevato una concentrazione pari a 113 µg/m3: oltre il doppio del limite giornaliero normato di 50 µg/m3.
Lo stesso giorno, per le Polveri sottili (PM 2,5) abbiamo raggiunto la concentrazione di 89 µg/m3 alla stazione di via Meucci (stimabili in di 73 µg/m3 nel resto della città): oltre il triplo del limite massimo giornaliero raccomandato dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di 25 µg/m3 (con una media annuale di 10 µg/m3 giornalieri).

Dati PM 10 e PM 2,5 del 15 gennaio, dal sito di ARPA Lombardia
Il particolato atmosferico (PM 10 e PM 2,5) è pericoloso per la salute umana e più le polveri sono sottili maggiore è la loro pericolosità:
mentre il PM 10 raggiunge le vie respiratorie superiori e quelle inferiori fino ai i bronchi; il PM 2,5 è in grado di arrivare ai polmoni, entrando nel circolo sanguigno e raggiungendo persino il cervello.
I principali effetti sulla salute dovuti ad esposizione al particolato sono:
– incremento della mortalità prematura per malattie cardio respiratorie
– incremento della mortalità prematura per tumore (il particolato è classificato fra i carcinogeni umani di tipo 1, cioè sostanza sicuramente cancerogena)
– incremento di ricoveri ospedalieri e visite urgenti per problematiche respiratorie;
– bronchiti croniche, aggravamento dell’asma.

E ALLORA?

Interventi capaci di diminuire le concentrazioni di polveri sottili porterebbero un beneficio sostanziale ed immediato in termini di ricoveri ospedalieri e morti premature evitate.
Interventi STRUTTURALI da attuare subito, anche e soprattutto a livello locale.
Imporre semplicemente misure temporanee, come le limitazioni al traffico dopo giorni e giorni di superamento dei limiti di guardia, non è sufficiente e non risolve il problema.

Bisognerebbe, per esempio, rivedere e rafforzare notevolmente il piano del TRASPORTO PUBBLICO (almeno quello urbano), anziché pensare a costruire PARCHEGGI in struttura in zone centrali, che incentivano il traffico veicolare privato.
Ancor più deleterio è insistere nel costruire un parcheggio di 9 piani portando auto – 24 ore su 24, 365 giorni su 365 – in un’area sensibile e soggetta da decenni a limitazioni del traffico e, per far questo, aver sbancato mezza collina sotto la Rocca.
Poi certo, bisognerebbe anche evitare di abbattere alberi adulti sani per far posto a spianate di calcestruzzo nel centro trafficato, là dove una buona parte dell’inquinamento veicolare cittadino viene prodotta.

Quanto ad inquinamento, ricordiamoci poi che i vettori aerei low cost come RyanAir sono stati definiti come “IL NUOVO CARBONE” (il più inquinante tra i combustibili fossili): nel 2018 la compagnia che opera nell’aeroporto cittadino è entrata nella classifica dei dieci “grandi emettitori” europei.

Immagine dall’articolo del Corriere della Sera (https://www.corriere.it/cronache/20_gennaio_19/aerei-cosi-compagnie-volano-italia-grazie-226-milioni-incentivi-d465b654-39f4-11ea-8796-7f243723a56b.shtml)
Se è vero che gli aerei distribuiscono ‘democraticamente’ il loro inquinamento lungo tutto il tragitto di volo – contribuendo notevolmente all’aumento dei gas serra – le fasi di decollo e atterraggio, particolarmente inquinanti, invece avvengono proprio qui, sulla nostra città.
Bergamo è ormai il terzo scalo italiano, dopo Fiumicino e Malpensa.
Le vecchie previsioni di crescita dell’aeroporto sono già state ampiamente superate eppure ancora si parla di crescita auspicata: non solo di passeggeri, ma anche di voli.
Eh sì, perché le compagnie aeree – pur inquinandoci – ricevono incentivi da aeroporti ed enti locali e a BERGAMO – dei 226 milioni di euro totali di incentivi versati annualmente in Italia, dati forniti da un’inchiesta del Corriere della Sera sugli aeroporti italiani – gli «oneri per gli accordi commerciali con compagnie aeree e tour operator» sono stati addirittura 42,43 milioni di euro. In un anno!
Avendo Ryanair trasportato oltre l’81% dei passeggeri è ipotizzabile che la compagnia abbia preso la maggior parte di quei contributi.
Eh, ma l’aeroporto porta RICCHEZZA, dicono! (ma vedremo successivamente che nemmeno questo è sicuro).

SÌ: più RICCHI (pochi) e più MORTI (tanti)

A quando un cambio di passo che non sia solo a parole?

#ariabenecomune
#BergamoBeneComune