#taser: ARMA “NON LETALE” o “STRUMENTO DI TORTURA”?
C’è anche un po’ di Italia nella storia del taser: l’inventore della pistola elettrica si era laureato in fisica con Enrico Fermi, all’università di Chicago.Taser è in realtà il marchio più comune di pistole che usano l’elettroshock.È stato inventato alla fine degli anni Sessanta, ma i modelli che permettono l’immobilizzazione totale di una persona sono stati progettati a partire dalla fine degli anni Novanta.Quest’arma è considerata non letale perché utilizza l’elettricità (una scarica ad alta tensione e bassa intensità di corrente) per paralizzare i movimenti facendo contrarre i muscoli di chi viene colpito. Ma lo è veramente?
L’ONU e L’UNIONE EUROPEA
Nel 2007 l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha giudicato quest’arma come STRUMENTO DI TORTURA.Contro l’utilizzo e la pericolosità del Taser si è espressa anche la Corte Europea dei Diritti Dell’uomo.
AMNESTY INTERNATIONAL
Questo elettroshock in formato giocattolo in realtà è tutt’altro che esente da controindicazioni: secondo le statistiche di Amnesty International, il Taser causa centinaia di DECESSI all’anno nei soli Stati Uniti.«Non risulta essere stato condotto (o, quanto meno, non è stato reso pubblico) uno studio rigoroso e indipendente sugli effetti sulla salute per stabilire le conseguenze dell’utilizzo della pistola Taser sulle persone, specie su soggetti potenzialmente a rischio» protesta la sezione italiana di Amnesty International. «Di fronte a un uso standardizzato delle pistole Taser da parte delle forze di polizia, compresa la polizia locale, chiediamo che vengano adottate tutte le precauzioni e messi a disposizione i necessari studi medici onde scongiurare al massimo gli effetti letali di un’arma ‘non letale’».«La conseguenza più grave che vediamo nel lungo termine è che le Taser vengano usate come arma di routine per far rispettare la legge in assenza di una minaccia di lesioni gravi o morte, dunque in modo non conforme agli standard internazionali sui diritti umani».
L’AZIENDA
Per modificare la propria immagine associata sempre più spesso alle morti delle persone su cui era stato usato un Taser, la Taser International ha persino deciso di cambiare nome, in modo che esso sia associato, non più alla pistola elettrica (che costituisce il 70% della produzione aziendale), ma alla produzione di altri prodotti sempre legati alla sicurezza.
L’USO
In non pochi casi nei paesi in cui è già in uso risulta impiegata nei confronti di PERSONE VULNERABILI o che non rappresentano una minaccia seria e immediata per la vita o per la sicurezza degli altri.Una sperimentazione analoga a quella oggi in programma in Italia e svolta in Olanda nel 2017 ha rivelato come, in circa la metà dei casi, le persone siano state colpite dalla Taser quando già rese inoffensive: ammanettate, dentro un veicolo o una cella di polizia, o in celle separate negli ospedali psichiatrici.Secondo l’azienda produttrice le morti imputate alla pistola elettrica avrebbero avuto come concausa dei problemi cardiologici.Sono proprio i soggetti alterati, quelli col battito cardiaco accelerato o le funzioni cerebrali sotto stress, a essere più esposti al rischio: quindi persone disturbate, SOGGETTI DA TSO (trattamento sanitario obbligatorio).
NON NECESSARIAMENTE MALVIVENTI
Tra le 1000 circa persone morte negli STATI UNITI d’America contro cui la Polizia aveva utilizzato la pistola Taser, in 9 casi su 10 poi le persone colpite erano DISARMATE e in 4 su 10 soffrivano di DISTURBI MENTALI o MALATTIE NEUROLOGICHE.
Quindi, non necessariamente malviventi, ma persone variamente “disturbate” con cui, con buone probabilità, si troverebbe ad avere a che fare proprio la POLIZIA MUNICIPALE. (Del resto, di nemici pubblici contro cui testare gli effetti del Taser ne abbiamo a bizzeffe: potrebbero poi, per esempio, essere usate anche contro gli ULTRÀ DEGLI STADI).
Dopo sei mesi di “sperimentazione” in Italia, il Viminale ha reso noto soltanto il numero totale degli utilizzi, senza fornire nessun ulteriore dettaglio (età della persona, genere, provenienza, circostanze ecc.) sui singoli episodi di impiego del Taser e sui relativi esiti.E nella “Relazione al Parlamento 2018” presentata a marzo, il GARANTE NAZIONALE DEI DIRITTI DELLE PERSONE detenute o private della libertà personale lo dice chiaramente: «Dal punto di vista della utilità dell’introduzione del Taser, solo se il suo impiego farà diminuire il ricorso alle armi da fuoco e al contempo garantirà la sicurezza di tutti gli attori coinvolti, si potrà dire che la sperimentazione avrà avuto esito positivo. Rimangono, infatti, le riserve e le cautele già espresse in passato».
Una preoccupazione sempre più condivisa anche dai Consigli Comunali italiani che ne stanno bocciando l’utilizzo: è successo, per esempio, nelle città di Palermo, Trento, Firenze, Ancona, Milano, Roma.
E i SINDACATI DI POLIZIA? Nemmeno loro sono tutti concordi riguardo all’adozione della pistola ad impulsi elettrici (anche perché chi si trovasse ad usarlo incorrendo in conseguenze letali rischierebbe di ritrovarsi imputato per omicidio).
Per tutti questi motivi, nel mese di giugno, insieme ad Associazione Antigone, abbiamo chiesto all’assessore alla sicurezza Sergio Gandi di valutare bene la situazione prima di dotare la Polizia Locale (cioè i Vigili Urbani) di pistole elettriche.
Ci aveva promesso valutazioni nel giro di un paio di settimane …#BergamoBeneComune