Le amministrazioni di dieci città europee – Amsterdam, Barcellona, Berlino, Bordeaux, Bruxelles, Cracovia, Monaco, Parigi, Valencia e Vienna – hanno lanciato un appello affinché il parlamento e la nuova commissione dell’Unione Europea operino concretamente a sostegno del loro sforzo di regolamentare la diffusione incontrollata degli affitti brevi; un boom che ha fatto decollare il costo degli appartamenti, soprattutto nei quartieri storici, svuotandoli dei loro cittadini in favore della gentrificazione turistica.
Poiché alla petizione non ha aderito nessuna città italiana, due associazioni di cittadini di FIRENZE e VENEZIA hanno pubblicamente chiesto ai propri sindaci di aderire all’appello dei loro omologhi europei.Il Comune di Venezia ha ora annunciato di voler aderire all’istanza.
Ci piacerebbe che anche le altre città italiane ed europee interessate dal fenomeno turistico, grandi o piccole che siano, si unissero prontamente per dar forza a questa petizione. E ancor più che lo facesse il Comune di Bergamo.
Per questo il Comitato #BergamoBeneComune ha rivolto un APPELLO FORMALE AL SINDACO DI BERGAMO – il quale, in diverse occasioni, si è dichiarato attento a tale problematica – affinché aggiunga la nostra città alle città europee che aderiscono all’appello.
L’iniziativa è nata in seguito al parere non vincolante espresso dall’avvocato generale della Corte di Giustizia europea per il quale, secondo i regolamenti e le direttive della UE, le piattaforme come Airbnb dovrebbero essere considerate come fornitori di informazioni digitali piuttosto che agenti immobiliari. Se questo status fosse riconosciuto dalla Corte, le piattaforme online per gli affitti brevi sarebbero sollevate dal dovere di ottemperare alle normative introdotte dalle varie città e nazioni europee per regolamentare le locazioni brevi e contenere la gentrificazione turistica.
“Le città europee ritengono che le case dovrebbero essere utilizzate prima di tutto per viverci. Molte città soffrono di una grave carenza di alloggi. Laddove le case possono essere utilizzate in modo più redditizio per l’affitto ai turisti, scompaiono dal tradizionale mercato immobiliare, i prezzi salgono ulteriormente e le possibilità abitative per i cittadini che vivono e lavorano nelle nostre città sono compromesse.
Le città devono proteggere l’interesse pubblico ed eliminare gli effetti negativi degli affitti di breve termine in vari modi. Più disagi, sentimenti di insicurezza e la turistificazione dei loro quartieri non è ciò che vogliono i nostri residenti. Pertanto i governi (locali) dovrebbero avere la possibilità di introdurre i propri regolamenti in base alla situazione locale.
Per questo, abbiamo bisogno di forti obblighi normativi affinché le piattaforme cooperino con noi nei regimi di registrazione e nella fornitura di dati delle inserzioni per le locazioni pubblicizzate sulle loro piattaforme.
Per questo, abbiamo bisogno di forti obblighi normativi affinché le piattaforme cooperino con noi nei regimi di registrazione e nella fornitura di dati delle inserzioni per le locazioni pubblicizzate sulle loro piattaforme […].”
Per chi volesse saperne di più:
https://www.theguardian.com/…/ten-cities-ask-eu-for-help-to…https://emergenzacultura.org/…/firenze-e-venezia-non-sono…/…