Miss Italia e la barzelletta del logo di Capitale della Cultura che un giorno ha “rubato” e l’altro no

Dopo il nostro post di martedì, ieri è arrivata finalmente al Corriere della Sera la presa di distanze del Comune dalla manifestazione che vedrà l’elezione di Miss “Bergamo Brescia Capitale della Cultura”
Leggevamo:
< Il logo della Capitale, dice il Comune, è stato «rubato», usato in modo improprio sul volantino che promuove la serata. «Non è un evento ufficiale della Capitale – dice il Comune – non possono usare il logo. La manifestazione non è nel palinsesto della Capitale» > .(link)

Quindi la frase del precedente articolo del Corriere < la manifestazione ha avuto accesso al cartellone della capitale grazie al suo risvolto sociale > (riferendosi al previsto intervento della direttrice del carcere) sarà stata una svista di redazione ….

Una presa di distanza forse un po’ tardiva e smorzata quella del Comune – pensavamo – ma pur sempre gradita, augurandoci che alle parole del Comune seguisse anche un’azione legale ufficiale nei confronti di chi si era reso/a colpevole di aver “rubato” il logo della Capitale della Cultura.

OVVIO PERÒ che …
agli organizzatori non sarà piaciuto passar per “ladri”, e possiamo anche capirli!

E INFATTI …
Oggi sul Corriere (edizione di Bergamo) compare un nuovo articolo, con una NUOVA VERSIONE:
< La richiesta — spiega Alessandra Riva, esclusivista Miss Italia Lombardia — era stata inviata ma non c’è stato tempo per ricevere l’approvazione. L’abbiamo tolto». >(link)
Sull’edizione cartacea odierna di l’Eco di Bergamo (pag.17) leggiamo invece che:
< Patrizio Locatelli, gestore del nuovo Balzer Globe, ha detto che «l’evento ha il patrocinio comunale» >

INFINE …
giungono in extremis, sempre sul Corriere, anche le dichiarazioni dell’assessora alla cultura Nadia Ghisalberti:
«Trovo inconcepibile che nel 2023 ci sia ancora chi pretende di dire alle donne cosa devono o non devono fare. Il rispetto per la libertà di scelta include tutte le legittime aspirazioni, compresa quella di partecipare a un concorso di questo tipo. Non esiste un solo modello di donna e la demonizzazione della bellezza sa di medievale».

Vero!
PECCATO PERÒ CHE …
nessuno/a di noi abbia preteso di dire cosa le donne debbano o non debbano fare, né tantomeno di imporre un modello di donna.
E infatti … NON L’ABBIAMO FATTO:
far notare che il concorso di Miss Italia non è cultura è ben diverso dal dire che le ragazze non abbiano il diritto di partecipare a qualsivoglia manifestazione (libera scelta loro!).

Possibile che anche all’assessora alla cultura (?) non sia suonata almeno un po’ stonata i’intitolazione a “Bergamo Brescia Capitale della Cultura” e che proprio nessuno dal Comune abbia fatta presente all’organizzazione la non opportunità di un tale accostamento, chiedendo magari – gentilmente – di evitare di associare alla Capitale della Cultura ciò che Cultura non è??

In conclusione, doverosamente … RINGRAZIAMO
l’assessora Ghisalberti per averci messo in bocca cose che NON abbiamo detto, evidentemente non sapeva come altro levarsi d’impaccio.

RIMANE IL FATTO:
Stasera avremo una Miss “Bergamo Brescia Capitale della Cultura”.
NON un bel biglietto da visita per la Cultura di Bergamo