IL SUOLO È UNA RICCHEZZA, SE LO SI CONSUMA SI DIVENTA TUTTI PIÙ POVERI. La nostra proposta di delibera

Il consumo di suolo comporta non solo conseguenze ambientali, ma anche ripercussioni concrete sul piano economico/finanziario a carico della collettività: sono quelle che ISPRA chiama “costi nascosti”, un danno economico potenziale e rilevante che si protrarrà e sommerà nel tempo.
Secondo i calcoli dell’ISPRA – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente pubblico nazionale istituito con la legge n.133/2008 e sottoposto alla vigilanza del Ministero della Transizione Ecologica – l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030 un costo complessivo quantificabile addirittura nella metà del PNRR.

Quanto costa alla collettività la rinuncia ad un ettaro, o anche solo un metro quadrato, di suolo libero impermeabilizzandolo e artificializzandolo?

Secondo i dati di ISPRA il costo medio per difetto è di 100.000 euro l’anno per ettaro.
Se questo costo venisse calcolato nei bilanci comunali renderebbe palese il danno – anche economico/finanziario – subito dalla comunità a causa del perdurare del consumo di suolo: “poiché il consumo di suolo è in larga parte irreversibile, […] tale danno si può considerare permanente e comporta quindi una perdita patrimoniale per la società”.

Il nuovo rapporto ISPRA 2022 “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” ci dice che in un anno, fra il 2020 e il 2021, la città di Bergamo ha perso 4,76 ettari di suolo e che la superficie totale di suolo consumato nella nostra città è del 44,5% (e se il dato non è peggiore è grazie alla presenza del Parco dei Colli che da solo rappresenta e garantisce una bella fetta della quota verde cittadina).
Alla luce dei dati ISPRA, i soli 4,76 ettari di nuovo consumo di suolo a Bergamo fra il 2020 e il 2021 comporteranno un costo nascosto aggiuntivo per la collettività di 476.000 euro l’anno per tutti gli anni a venire; ma se considerassimo il suolo perso dal 2015 al 2021 (20,34 ettari) i costi per la collettività ammonterebbero a 2.034.000 € l’anno, per tutti gli anni a venire.

Se il Comune di Bergamo avesse quantificato e preso coscienza di tali costi nascosti prima di operare le sue scelte in materia di autorizzazioni a nuove edificazioni, le sue decisioni sarebbero state le stesse?
Se il calcolo dei costi derivanti dal consumo di suolo venisse inserito come costo fisso annuale nei bilanci comunali, le sue politiche edilizie per il futuro rimarrebbero le stesse?

È un tema importante che interessa la nostra città per il presente, ma soprattutto per tutti gli anni a venire (su cui graveranno le scelte di ieri e di oggi) e che siamo convinti debba stare a cuore a tutti i consiglieri comunali, sia di maggioranza sia di minoranza.

È per questo che abbiamo deciso di proporre a tutti i gruppi consiliari, indistintamente, l’adozione di un Ordine del Giorno Urgente per il corretto calcolo in bilancio ambientale dei costi derivanti da consumo di suolo.
Proprio perché si tratta di un problema che ci riguarda tutti e coinvolge il futuro dell’intera città – e la sua sostenibilità, anche economica, e vivibilità – riteniamo sussistano le condizioni di urgenza e confidiamo nel senso di responsabilità di tutta la compagine consiliare perché lavori unita e determinata alla sua soluzione (almeno parziale, in quanto il suolo consumato finora comporta comunque dei costi che continueranno a gravare sulla nostra comunità per il futuro) in nome dell’interesse pubblico e del bene comune.
Analoghe deliberazioni sono state recentemente assunte anche da altre (poche) città italiane su ispirazione della campagna promossa dal Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” che già nel 2018 ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per l’arresto del consumo di suolo formulata da un gruppo di lavoro tecnicoscientifico di 75 esperti.

Inutile dire che il nostro obiettivo è quello, ambizioso e quanto mai necessario e vitale, di AZZERARE finalmente IL CONSUMO DI SUOLO a Bergamo e non semplicemente di “ridurlo” o rallentarlo, facendo in modo di non costruire più nulla se non sull’esistente, cioè su terreni già impermeabilizzati.
Beninteso, non vogliamo fermare l’edilizia né l’economia locale, ma soltanto evitare di consumare ulteriormente suolo libero, perché questo è prezioso per la nostra esistenza per quella delle generazioni future, e consumarlo “costa”, tantissimo, per ogni anno a venire.

Speravamo che la dichiarazione dello Stato di Emergenza Climatica e Ambientale del 2019 costituisse una presa di coscienza reale da parte dei nostri amministratori comunali, evidentemente non è stato così. Speriamo che la contabilizzazione dei costi “nascosti” dovuti alla crescente impermeabilizzazione e artificializzazione del suolo cittadino li metta finalmente di fronte, in modo evidente e definitivo, alle reale portata e alle conseguenze future delle decisioni dell’oggi nonché alle proprie personali responsabilità.

Sappiamo che, dopo l’ultima seduta di luglio, i consiglieri si prenderanno una pausa, speriamo che ne approfittino per riflettere con calma sulla nostra proposta, che auspichiamo di vedere adottata da tutto il consiglio comunale di Bergamo alla prima seduta al rientro dalle vacanze.

La nostra petizione #Bergamo STOP al consumo di suolo