Premesso che non siamo contrari a priori alle nuove tecnologie né intendiamo aggiungerci alla schiera dei complottisti, alcune delle affermazioni del sindaco G.G. alla tavola rotonda di ieri sera sul 5G – organizzata dall’Associazione Bergamo Smart City & Community, che vede Presidente l’Assessore Angeloni, in collaborazione con il Comune di Bergamo -, riportate dal Corriere, appaiono però quantomeno singolari:
«Se avessimo avuto il 5G forse avremmo gestito meglio le prime fasi dell’emergenza coronavirus, evitando che le condizioni di molte persone si aggravassero fino a perdere la vita»
Ecco, ci piacerebbe proprio che il sindaco di Bergamo spiegasse come il 5G avrebbe potuto evitare che “molte persone si aggravassero fino a perdere la vita” a causa del Covid.
E, sinceramente, tirare in ballo la tragedia che ha colpito la città e i suoi morti per giustificare la qualunque ci sembra cosa né opportuna né decente, come abbiamo già scritto nelle nostre osservazioni al position paper della Giunta.
Il primo cittadino parla poi di auto interconnesse, come se le auto che si guidano da sole fossero già in produzione e pronte da usare fra qualche mese (e magari lo saranno, tra qualche anno). Mentre l’assessore Angeloni parla di smart tv, come se fosse un’esigenza imprescindibile. Come se nelle nostre case non avessimo già la fibra.
Quindi dove sarebbe tutta quest’urgenza?
E infatti Bergamo non era nemmeno inserita nell’elenco delle città per cui il governo ha previsto la sperimentazione nazionale.
Va detto che se è vero che le emissioni del 5G saranno inferiori a quelle dell’attuale 4G è anche vero che esse andranno a sommarvisi, costituendo un’ulteriore fonte di esposizione della popolazione e dell’ambiente rispetto al clima elettromagnetico attualmente esistente.
Va detto che si tratta di una tecnologia non ancora adeguatamente sperimentata per la quale sia la SIMA, Associazione di Medicina Ambientale, sia l’ISDE, Associazione Medici per l’Ambiente, sia il Centro di ricerca sul cancro che fa capo all’istituto Ramazzini hanno espresso preoccupazioni riguardo ai possibili effetti nocivi – e non ancora sufficientemente indagati – sulla salute delle persone di questa tecnologia.
Va detto che non esistono studi approfonditi sui suoi possibili effetti.
Va detto che il professore aggregato di Prevenzione Ambientale al Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, dott. A. Miani, ritiene che allo stato attuale lo scenario sia tale da imporre “la necessità di scegliere se procedere con l’implementazione senza ostacoli della nuova tecnologia 5G fino a quando non ne sarà accertata la pericolosità oppure applicare il principio di precauzione che imporrebbe la sospensione di tale implementazione finché studi scientifici indipendenti e privi di conflitto d’interesse non accertino in maniera inequivocabile la non-pericolosità di tale tecnologi”.
Va detto che per questo l’Associazione Medici per l’Ambiente ha richiesto una moratoria per l’esecuzione delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale.
In un momento difficile come questo, il Comune non ha forse altre questioni in cui impegnarsi, molto più urgenti dell’avvio di una sperimentazione potenzialmente dannosa?
E allora perché tutta questa fretta?
Davvero la città ne ha bisogno?
Un buon amministratore, nelle sue scelte, dovrebbe dare la priorità alla salvaguardia della salute dei propri cittadini.
Del resto il principio di precauzione, adottato dall’Unione Europea nel 2005, afferma che “quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno”
Per questo, inviando al Comune le nostre osservazioni al position paper “aperto al contributo della città”, a riguardo dell’intenzione dell’Amministrazione di “Avviare quanto prima la sperimentazione e la realizzazione delle infrastrutture 5G” abbiamo fatto richiamo al PRINCIPIO DI PRECAUZIONE e al principio OMS “Health in all policies”.
Ma il sindaco l’ha già annunciato:
«Bergamo dopo quello che ha passato ha ancora più bisogno di determinazione, da parte di tutti, per rimettersi in moto. Procederemo rapidamente perché sia fra le prime città a dotarsi delle tecnologie abilitanti».
Il che ci fa pensare che il “contributo dei cittadini” non sia altro che il solito proforma per dare una parvenza di condivisione a scelte già prese.
Per leggere e scaricare il documento completo inviato al comune in Osservazione al position paper della giunta: Osservazioni-position-paper-Bergamo-2020-strategia-di-rilancio-e-adattamento-Comitato-BergamoBeneComune