BENI COMUNI E BUON VICINATO

Non sempre i rapporti tra vicini sono idilliaci, e a volte sono i problemi di parcheggio a generare liti condominiali o le mire arroganti del prepotente di turno. Ma la storia che vi raccontiamo è dei giorni scorsi, e non riguarda un condominio ma un bene comune (e di pregio) come il Lazzaretto di Bergamo. Forse non tutti sanno che, con l’accordo per il nuovo Stadio, è previsto che il Lazzaretto sia utilizzato, per i prossimi anni, dalla società sportiva Atalanta come parcheggio VIP da 250 posti in coincidenza con le partite giocate in casa. In cambio vengono versati nelle casse di Bergamo Infrastrutture (Comune di Bergamo) 25000 euro di canone annuo. Come l’Atalanta, anche diverse associazioni di volontariato o società sportive occupano degli spazi interni al Lazzaretto versando un canone. Una in particolare, gli scout del CNGEI, occupano due delle celle da diversi anni, pagando una cifra non indifferente (2800 euro all’anno senza riscaldamento, il che, fatte le debite proporzioni con chi il posto auto lo affitta e guadagna sul canone, è una enormità) per una associazione di volontari, in cambio della possibilità di dare a ragazzi e ragazze dagli 8 ai 16 anni (branco e reparto) uno spazio in cui incontrarsi e fare attività improntate alla socialità e ai valori dello scoutismo. Purtroppo le attività principali, le riunioni degli scout, sono il sabato pomeriggio, e in caso di anticipo delle partite si ripropone un problema che saltuariamente irrompe “prepotentemente” tra una partita a roverino, un gioco o una riflessione di gruppo e una merenda.
Il post di Paolo, capo scout del reparto (qui il link https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1190139887828609&id=100004978270062) ci spiega che sabato scorso, giornata di partita casalinga con il Milan (alle 20.30), i problemi sono già cominciati verso le 16.00, nel pieno dell’attività scout pomeridiana.
[…] Verso le 16, un uomo in giacca e cravatta nerazzurra avvicina un mio esploratore [quindi un ragazzo tra i dodici e i sedici anni n.d.r.] per dirgli che no: non si può stare nel gigantesco prato del Lazzaretto di Bergamo, perché “la Società” ha l’autorizzazione a usare il suddetto Lazzaretto come parcheggio e, pertanto, a suo dire, tutti gli altri soggetti normalmente autorizzati, debbono soccombere davanti alla forza maggiore del giuoco del calcio. A una mia richiesta di spiegazioni, il signore di cui sopra ha risposto che come massimo POTEVA CONCEDERE DI RIMANERE FINO ALLE 16.30. Una gentile concessione che mi sono sentito di rifiutare. Ci è stato inoltre richiesto di rimuovere le nostre automobili per consentire l’accesso ai vari VIP che hanno diritto di parcheggio: abbiamo prontamente ottemperato, e tutto sommato è stato un facile compromesso, anche perché gli unici veicoli che avessimo portato all’interno erano biciclette. […].
Di fronte a questa sfacciata irriverenza mi è stato fatto presente che AVREBBERO CONTATTATO “CHI DI DOVERE” e mi è stato chiesto il mio nome, che ho prontamente fornito, perché non mi vergogno o pento della mia decisione e me ne assumo la piena e totale responsabilità. Non pubblico, invece, il nome del mio interlocutore, perché non voglio una caccia alle streghe: molti dei custodi e degli addetti alla sicurezza sono sempre stati cortesi e disponibili, ma, a quanto pare, chi sta ai piani più alti ha altri modi e altre idee.
Siamo volontari, ci occupiamo dell’educazione dei giovani impiegando il nostro tempo e non senza sacrifici; certo, non muoviamo i milioni e non ci si vede sulle televisioni nazionali, ma siamo presenti sul territorio e crediamo in quello che facciamo, anche se questo richiede il saper dire “No.” a persone che hanno il doppio della nostra età, che hanno un ruolo magari prestigioso e che agiscono in rappresentanza di quella che per Bergamo è, di nome e di fatto, un’entità quasi divina e leggendaria.
[…] Ho scritto questo papiro da un lato per sfogarmi: trovo assurdo che si impedisca di operare a chi svolge un servizio educativo di pubblica utilità, patrocinato da vari ministeri e dal Presidente della Repubblica, in nome della comodità di un ipotetico parcheggio per pochi privilegiati, nel caso […] volessero recarsi allo stadio con un po’ di ore di anticipo. […]
Ecco, Paolo. Intanto complimenti (sappiamo che non li cerchi e che non erano i complimenti lo scopo del tuo post) per il tuo (prezioso, come quello di tutto lo scoutismo) volontariato e per la tua capacità, non solo di discernere tra diritti e prepotenza, ma anche di difendere lo spazio di un gruppo di ragazzi e ragazze dalle pretese di un prepotente. Grazie per il tuo esempio, anche, veramente dote rara di questi tempi. E poi: non sei solo.
Anche noi troviamo assurdo che un servizio educativo pressoché gratuito per i minori venga messo in discussione da chi offre un servizio per privilegiati a pagamento.
Nel nostro piccolo, vorremmo anche noi rivolgerci a “CHI DI DOVERE” con alcune domande. Il contratto stipulato tra Bergamo Infrastrutture e la società Atalanta prevede per caso l’uso esclusivo del Lazzaretto come Parcheggio da parte della società calcistica a scapito di tutti gli altri “coinquilini”? Chi esercita il controllo sugli ingressi delle auto VIP ha il potere di concedere o negare l’autorizzazione all’utilizzo di un bene comune per cui, tra l’altro, gli utilizzatori pagano anche un canone?
Così come troviamo assurdo che un monumento di pregio (e di meravigliosa bellezza e integrità) come il Lazzaretto, costruito nel 1504 dalla Repubblica di Venezia, venga usato come parcheggio per VIP in un’ansia di comodità a pagamento che forse potrebbe essere indirizzata ad aree meno delicate e sensibili (ci sembra che l’ex Reggiani sia stata utilizzata recentemente per iniziative che hanno anche offerto parcheggi interni in grande quantità). D’altronde la situazione, come precisato dalla Giunta, è solo provvisoria per i prossimi 5 anni, e sana l’ignoranza da parte della Soprintendenza ai Beni Architettonici e del Paesaggio, che fino alla ufficializzazione della proroga nulla sapeva dell’utilizzo trentennale come parcheggio. La Soprintendenza dichiarò al momento della firma della convenzione che suo primo intento era quello della salvaguardia del bene, non solo dal punto di vista dell’integrità, ma anche del decoro. L’utilizzo del Lazzaretto avrebbe dovuto essere sempre visto nel rispetto della sua funzione storica.
La speranza che il problema non si protragga troppo a lungo ci spinge a non approfondire per ora la questione; ma il rispetto delle persone e del bene comune è altra cosa. Su cui chiediamo che l’Amministrazione vigili in modo appropriato.