E CHI LO HA DECISO?
Ce lo siamo chiesti dopo aver letto l’ultimo intervento, sul Corriere, dei progettisti della riqualificazione del centro piacentiniano nel quale si dichiara che gli alberi di piazza Dante «sono piante malate, la loro stabilità è già stata valutata, sono già a un passo dall’abbattimento», il tutto certificato da «un’indagine condotta da agronomi» con relativa constatazione di presunte malattie fungine etc., e che «il team di progettisti ha quindi consigliato all’ufficio comunale del verde e alla Soprintendenza» di abbattere gli alberi per poi ripiantare, a ‘riqualificazione’ conclusa, nuovi alberi «più adatti all’area».
Siamo andati a controllare sul sito preposto, messo a disposizione dei cittadini per la verifica dello stato del verde pubblico.
Dal SISTEMA INFORMATIVO VERDE PUBBLICO del Comune di Bergamo
1) risulta che le alberature di piazza Dante sono al 100% in buono stato vegetativo
2) non risulta alcuna valutazione di classificazione VTA di propensione al cedimento
Un po’ di chiarezza!
Cioè quell’ufficio a cui dovrebbe spettare la decisione finale sull’abbattimento o meno degli alberi cittadini.
l’Ufficio Verde Pubblico possiede soltanto le schede del vecchio censimento Ginve (pubblicato nel luglio 2016)
e che …
trattandosi di procedimento di opera pubblica «fa capo ad altra Direzione e Assessorato e quindi ulteriori e più recenti studi vanno richiesti ai progettisti»! ! !
Ma allora?
Ne dovremmo dedurre che l’ufficio del verde non ha dato alcun permesso di abbattimento?
Cioè che lo hanno deciso i progettisti, senza renderne conto ad alcuno?
O che lo ha deciso l’Assessorato alla Riqualificazione Urbana?
Oppure che l’Ufficio Verde Pubblico ha dato “d’ufficio” il permesso di abbattimento senza richiedere e consultare le dovute valutazioni sullo stato reale delle piante?
E se davvero non ha deciso l’Ufficio Verde Pubblico, né l’assessorato di riferimento, ma lo ha fatto l’Assessorato alla Riqualificazione Urbana facente capo all’arch. Francesco Valesini, perché?
Come è possibile?
Significa forse che per il Comune di Bergamo la tutela del verde è meno importante del resto e può allegramente essere SCAVALCATA da altri uffici e assessorati?
Tuttavia …
dalla tabella risulterebbe che buona parte degli alberi di prossimo abbattimento in piazza Dante appartiene alla classe C, ovvero una classe di propensione al cedimento ‘moderata’ riguardante alberi per cui sono riscontrate anomalie “tali da far ritenere che il fattore sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto“, una categoria per cui sono previsti controlli a cadenza temporale non superiore ai 2 anni.
Dei 3 faggi in classe B non è previsto l’abbattimento e rimarranno in loco, mentre un olmo e un acero sono valutati in classe C/D, ovvero di propensione al cedimento ‘elevata’.
Non ci è dato sapere se essi siano realmente malati o no, perché – a quanto pare – le schede fitoiatriche l’ufficio Verde Pubblico non le ha (e questo non ci pare ammissibile).
A prima vista appaiono sani, ma è possibile che le questioni di stabilità degli alberi avrebbero anche potuto richiederne una sostituzione in tempi non lontanissimi.
Ma non è questo il punto.
Una gestione carente
Ci chiediamo come sia possibile che l’ufficio, o l’assessorato, competente non abbia la possibilità e non pretenda di ricevere, visionare e verificare in prima persona che siano state eseguite valutazioni realmente approfondite e circostanziate (e se le stesse siano state eseguite da soggetti dotati delle adeguate qualifiche) e demandi ad altri la decisione finale sul destino del verde pubblico: è suo quel compito!
Questo denota, quantomeno, disinteresse e leggerezza nella gestione del patrimonio verde comune. Atteggiamenti ancora più colpevoli in un territorio affetto da gravi problemi di inquinamento e in una città che ha ufficialmente dichiarato l’emergenza climatica.
Piazzale Alpini è lì a ricordarcelo!
È emblematico il recente caso dei grandi cedri di via Vivaldi, per i quali l’ufficio del verde aveva dato l’assenso all’abbattimento nonostante fosse possibile salvarli imponendo minime modifiche al progetto.
Ricordiamo che anche in quel caso addirittura il Primo Cittadino, ai microfoni di un’emittente locale, aveva dichiarato che si trattasse di piante irrimediabilmente malate.
Se i cedri sono ancora vivi e vegeti al loro posto, è soltanto grazie all’interessamento di alcuni cittadini che ha indotto la società costruttrice a modificare il progetto spostando il vialetto di un metro o poco più.
Ma proprio questo sarebbe stato preciso compito dell’Ufficio Verde Pubblico!
Non dei cittadini!
Ci chiediamo infine quanto serva ai cittadini avere un Sistema Informativo Verde Pubblico che non informa realmente e non è aggiornato, come dimostrato per l’ennesima volta da questo caso e come dimostrano gli alberi abbattuti (sostituiti o meno) anche da anni e che ancora vengono dati per vivi e vegeti dal sito del Comune.
In definitiva, anche se alla fine gli alberi dovessero risultare realmente malati, quella di piazza Dante appare piuttosto una scelta fatta a prescindere dal reale stato di salute o pericolosità degli alberi.
Una scelta dettata da altri motivi – più o meno legittimi – anche se, come al solito, si cerca di farla digerire ai cittadini con la solita giustificazione.
A quando il cambio di passo?