IL BILANCIO ARBOREO DEL COMUNE DI BERGAMO AL DI LÀ DELLA PROPAGANDA
8.887 nuove ‘piante’ messe a dimora durante l’amministrazione Gori, di cui 6.530 nell’ambito di interventi di ‘forestazione urbana’, a fronte di 447 abbattimenti, ci informa il Comune di Bergamo.
Ci informa anche orgogliosamente che, allo stato attuale, escludendo il Parco dei Colli, a Bergamo ci sono 17 mq di verde pubblico per abitante.
E fin qui SEMBREREBBE tutto bene.
SE POI SI CONTROLLANO I DATI …Consultando i dati ISTAT, risulta però che nel 2014, anno di insediamento dell’attuale amministrazione, a Bergamo di mq pro-capite ce ne fossero 18,4: stando a questi dati quindi, nel corso di soli 5 anni ogni cittadino avrebbe perso l’1,08% del verde fruibile in area urbana!
Se poi si consulta la mappa del Comune col censimento degli alberi ci si accorge che, ad oggi, molti degli alberi abbattuti o caduti negli ultimi 2 anni (piazzale Alpini, piazzale del Risorgimento, via Fara, piazza Mascheroni, via Porta Dipinta, etc.) risultano ancora vivi e vegeti!
Sembra non ci resti altro che sperare, almeno, nelle nuove piantumazioni – quelle della ‘forestazione urbana’ – annunciate sui media dall’amministrazione comunale negli scorsi mesi; perché la natura, se reintrodotta nelle città, può agire in modo efficace, performante e persino meno oneroso di altre soluzioni nel ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e nel rendere l’ambiente urbano più resiliente e ospitale.
È ormai “buona pratica” anche nella nostra città quella di incrementare il patrimonio arboreo cittadino, coinvolgendo anche i bambini delle scuole nelle attività di piantumazione. Se ai fini educativi e didattici questo è certamente un buon segnale, occorre però porsi seriamente delle domande riguardo al tipo di pratiche e alla loro effettiva utilità.
1 – DOVE VENGONO PIANTATI I NUOVI ALBERI?
Solitamente nell’estrema periferia, spesso per creare “anelli verdi” con boschi intorno alle città: a Bergamo sono state messe a dimora oltre 6000 piante nella zona a sud dell’autostrada fra la via per Azzano e il Kilometro Rosso, nei terreni a nord del nuovo ospedale e al parco della Trucca.Questo non è, di per sé, un fatto negativo.
2 – DOV’È MAGGIORE IL BISOGNO DI ALBERI?
Ora, più che mai, nel centro delle città. Un parco urbano svolge un’azione di riduzione degli inquinanti lì dove essi vengono prodotti dal traffico e al tempo stesso riduce l’impatto delle onde di calore aumentando il benessere delle persone negli spazi aperti, riduce fino al 30% i consumi energetici per il raffrescamento degli edifici, migliora la gestione del ciclo dell’acqua riducendo il runoff dovuto alle piogge intense, conferisce attrattività e vivibilità ai luoghi, favorendone la socialità, e più valore economico agli immobili che vi si affacciano.
Anche solo un prato in prossimità degli edifici ha un ruolo importante nella regolamentazione termica – riducendo la riflessione dei raggi infrarossi notturni e permettendo una benefica escursione tra notte e giorno – mentre la presenza di alberi crea ‘bolle di penombra’, più o meno ampie e intense a seconda dell’altezza e della forma dell’esemplare arboreo e della forma e densità delle foglie (un albero adulto in fase vegetativa può sottrarre all’ambiente fino a 280 milioni di calorie al giorno).
Secondo stime delle Nazioni Unite, la presenza di alberi NELLE città può abbassare le temperature cittadine di 2-8°C: le strutture urbane verdi (in particolare quelle concentriche e diffuse) abbassano la temperatura dell’aria innescando brezze urbane che vanno dal verde al costruito, sostituendosi così alle ‘isole di calore’ create dalle strutture urbane edificate. Il verde in città ha anche un effetto anti-stress e rigenerante per la salute mentale dei cittadini.
3 – E LA SICUREZZA?
Uno studio effettuato dai ricercatori della Perelman School of Medicine e della School of Arts & Sciences all’Università della Pennsylvania certifica che gli spazi riconvertiti a verde NELLE aree urbane contribuiscono a migliorare la sicurezza e la salute (fisica e mentale) degli abitanti, con ricadute benefiche che vanno dalla riduzione della criminalità e della violenza fino alla diminuzione dei livelli di stress e depressione. Per questo a Philadelphia, Pennsylvania, gli amministratori cittadini convertono i lotti abbandonati o fatiscenti della città in spazi verdi, con notevole beneficio per la salute e la sicurezza della popolazione.
4 – QUALI ALBERI?
Nella nostra città, a compensazione degli esemplari adulti abbattuti o ‘trasferiti’ per permettere la ‘riqualificazione’ dei luoghi del centro cittadino, si piantano centinaia, migliaia di ‘bacchettini’ in periferia, ai confini estremi del territorio urbano. Premesso che l’efficacia di mitigazione ambientale di un albero adulto (con fusto di diversi metri di altezza e decine di migliaia di foglie) non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella di un esemplare di nuovo impianto di pochi centimetri e con qualche fogliolina, simili esemplari che ancora non si possono chiamare alberi, hanno bisogno di cure e attenzioni costanti per poter attecchire e crescere arrivando, dopo parecchi anni, a creare un bosco vero a beneficio della città del futuro.
Se questo non avviene, succede ciò che abbiamo potuto constatare nel caso del ‘Progetto Boschi di E.ON’ vicino al Kilometro Rosso e riassunto dall’immagine qui sotto: in pochi mesi le piantine MUOIONO.
Anche esemplari più adulti espiantati dal centro cittadino per essere trasferiti in parchi più esterni hanno bisogno, per i primi anni, di cure costanti per superare lo choc fino alla ricostituzione completa del loro apparato radicale necessariamente ridotto dall’espianto: se queste cure non saranno garantite anch’essi moriranno!
5 – E I NUOVI PARCHI?
Anche sui nuovi parchi annunciati in città ci sarebbe qualcosa da dire: – il nuovo parco di Porta Sud nascerà nell’ambito di un progetto di riqualificazione di un’area pubblica, quella a sud della ferrovia, che implica consumo di suolo prevedendo nuove edificazioni da parte di privati – – il nuovo parco alla ex-Cesalpinia sarà un’area verde contornata da nuove edificazioni di 9 piani – i 125.000 mq del parco Ovest sono comunque legati a nuove edificazioni di tipo residenziale e commerciale – il “parco in via Fara” – questo sì, fa ridere – non è altro che la copertura a verde del parcheggio multipiano costruito al posto del parco della Rocca
CONCLUSIONI
Piantare alberi, anche delle piantine di pochi centimetri come nel caso della forestazione attuata dal Comune di Bergamo ha dei costi che vengono del tutto vanificati se viene a mancare una cura costante ed attenta delle nuove piantumazioni. Azioni fondamentali per l’ambiente e la salute dei cittadini rischiano così di ridursi a mero strumento di propaganda amministrativa e politica, con costi per la collettività e nessun beneficio né nell’immediato né per la città del futuro.
Intanto la ‘riqualificazione’ (anche ai fini del miglioramento della ‘sicurezza’) dei luoghi tramite la riduzione e la cementificazione delle aree verdi sostituendole con pavimentazioni impermeabili, per di più abbattendo o trasferendo alberi – come sta avvenendo in PIAZZALE DEGLI ALPINI ed è avvenuto in PIAZZA RISORGIMENTO -, rende i luoghi inospitali per i cittadini, tutti, peggiora la qualità dell’aria e contribuisce all’incremento della temperatura ambientale in una città che, come confermato dai dati di ISPRA e dal Rapporto Mal’aria 2019 di Legambiente, è ormai una delle più inquinate d’Italia, paese che già si colloca tra i peggiori a livello europeo, con un alto numero di decessi prematuri causati dall’inquinamento atmosferico (60.600 nel solo 2015).Costruire e progettare nuovi parcheggi in struttura nel centro storico (parcheggio multipiano di via Fara) e in centro città è una pratica che, aumentando la disponibilità dei posti auto, non contribuisce ad alleviare, ed anzi aggrava, le conseguenze ambientali del traffico: è ormai riconosciuto e dimostrato che nuovi parcheggi sono attrattori di nuovo traffico. Eliminare campi agricoli ad Astino, in pieno Parco dei Colli, per farci un parcheggio non aiuta.
E intanto i 9 alberi su 18 a coronamento del prato della Fara, abbattuti quasi 2 anni fa nel corso dei lavori di sistemazione del marciapiede di via Porta Dipinta, ancora attendono di essere rimpiazzati. Al di là della propaganda capillare di cui l’amministrazione cittadina è maestra, quel che resta è sotto gli occhi di tutti, e non depone a favore di un bilancio ambientale positivo.